Friday, February 26, 2016

ma cosa tolgono a te le unioni civili?

Per molto tempo si è discusso del fatto che gruppi contrari alle unioni omosessuali fossero persone "egoiste", nel senso che l'estensione ad altri tipi di coppie di diritti tipici della coppia eterosessuale non dovesse di per sé danneggiare quest'ultima.

Le ultime ore hanno offerto uno spunto di rifessione interessante su questo tema. La vicenda riguarda lo stralcio, dalla definizione di "unione civile", dell'obbligo di fedeltà. Diverse voci si sono levate contro questo stralcio, reclamando la "lesa dignità" delle coppie gay che si uniranno civilmente in questo modo. 

L'episodio è interessante perché, di per sé, ciascun membro di una coppia gay (come di una eterosessuale unita in matrimonio, peraltro) può sempre scegliere di essere fedele. In che modo può quindi danneggiare la dignità della coppia il fatto che la legge non richieda esplicitamente l'obbligo di fedeltà? 

Una spiegazione può essere che il senso di "unione" che ciascuna coppia sperimenta dipenda anche da cosa tale unione domandi alle altre coppie che si uniscono civilmente. Anche se in nessuna singola coppia la fedeltà viene meno, il fatto che altre coppie possano non avere conseguenze sul piano civile per l'assenza di fedeltà riduce il valore dell'unione di per sé. 

Questa dinamica è perfettamente legittima. E non è nuova. È per esempio una delle spiegazioni alla base dell'esistenza di rinunce, e associate ostracizzazioni, nelle religioni o nelle confraternite. Potrebbe anche essere (uno dei motivi) alla base delle richieste delle coppie cattoliche unite in matrimonio e di movimenti conservatori di non estendere l'istituto del matrimonio a coppie omosessuali.

Perchè tutto questo è interessante? Il motivo è che in questo momento, ciascuna coppia omosessuale sperimenta il fatto che caratteristiche, comportamenti e aspettative su altre coppie omosessuali "unite civilmente" abbiano ad un livello personale un effetto sul valore dell'unione - nonostante, si badi, la rimozione del dovere di fedeltà è in sostanza una estensione di diritti per altre coppie che non restringe le possibilità per la singola coppia: perché vorremmo imporre dei costi all'altrui infedeltà, se quell'infedeltà non toglie niente a noi?

Eppure questa critica l'avevamo già sentita.

Le voci levatesi contro lo stralcio - presumibilmente le stesse levatesi contro i cattolici, o le sentinelle in piedi - ritengono con un dito di poter sindacare caratteristiche delle coppie omosessuali sposate, di modo che non se ne svilisca il valore. Intanto, negano con l'altro dito il diritto alle coppie cattoliche di fare lo stesso.

A prescindere sull'opportunità o meno di estendere il matrimonio a coppie dello stesso sesso, sulla quale questo post non si sta esprimendo, si potrebbe finalmente riconoscere che il godimento personale di un istituto può dipendere dalle caratteristiche di chi altri ne vuole godere (come questo episodio ha fatto sperimentare direttamente alla comunità omosessuale). E magari ricordarsene, quando si porge la domanda che da il titolo a questo post.