Friday, December 27, 2013

non ci crederete

Siccome questi commenti sono non richiesti, ci cimentiamo in una analisi che altri anche meglio di noi hanno già fatto, anche prima di noi, sulla illuminata misura detta webtax dai più.

La legge di stabilità appena approvata modifica il decreto IVA del 1972 aggiungendovi un articolo, il neonato 17bis. Se capiamo bene, questo articolo dice, al primo comma, "se vuoi comprare pubblicità online  - ovunque essa sia - devi usare un fornitore italiano", e al secondo comma, "se vuoi fare pubblicità online in Italia  - ovunque tu sia - devi usare un fornitore italiano". Ovviamente, speriamo di aver capito male.

Ma se avessimo capito bene, quali sarebbero le conseguenze? Proviamo. La pubblicità è, non ci crederete, un input nel processo di produzione. L'impresa compra pubblicità per, non ci crederete, incrementare la domanda dei propri prodotti, aumentare la visibilità del proprio marchio, far conoscere la propria impresa. Cosa dice il primo comma? Questo input lo compri solo da fornitori italiani. La conseguenza è ovviamente che i costi unitari di produzione (produzione in senso lato, includendo - appunto - la pubblicità) diventano più alti, perché se le imprese trovassero già conveniente comprare pubblicità da altre imprese italiane, la legge non avrebbe alcuno scopo. E' esattamente perché le imprese italiane comprano pubblicità da imprese estere - migliori, si presume - che stanno restringendo il mercato, è esattamente per questo cioè che la legge è stata voluta.

Questo bel comma quindi aumenta i costi di produzione delle imprese italiane. Costi di produzione più alti si traducono, e lo sappiamo che non ci crederete, in produttività più bassa (facciamo meno con più risorse): la bassa (crescita della) produttività è la ragione principe per cui i salari italiani non crescono da decenni (vedi alla voce: gente povera). Avvisateli, la prossima volta che vengono a parlarvi di sostegnallacrescita. Ma danneggia tutti allo stesso modo? No, ovviamente: se il tuo processo di produzione usa molta pubblicità (vedi alla voce: imprese innovative nel prodotto) la cosa pesa molto di più. Avvisateli, la prossima volta che vengono a parlarvi di sostegnoallinnovazione. Due danni in un comma solo. Mica male.

Ma parliamo del secondo comma, che diceva, sempre se purtroppo abbiamo capito bene, che se una impresa vuole fare pubblicità in Italia, la deve comprare da un fornitore italiano. Se questo acquirente è italiano, vedi sopra. Ma se questo acquirente è straniero, che ce ne frega? Ce ne frega eccome. Avere a disposizione più input, nuovi, migliori, da fornitori stranieri, è uno dei modi in cui i costi di produzione delle imprese italiane rimangono bassi: il trapano più potente, il tubo più resistente, il software più veloce, anche il nuovo telefonino, non ci crederete, è proprio utile sapere che c'è! E cosa succede se limitiamo la pubblicità comprata da stranieri in Italia, alzandone artificiosamente il costo? Che le imprese italiane, ovviamente, avranno costi più alti, perché hanno input peggiori, e quindi produttività più bassa. Le due voci da controllare le abbiamo già scritte sopra. E, non ci crederete, non sono neanche tutte.


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